Il significato del termine judo (柔道 jūdō) è letteralmente “Via della Cedevolezza”, e ha origini relativamente recenti dovute al mutamento nei costumi giapponesi causato dai primi contatti commerciali con l’occidente nella seconda metà del 1800. Questo causò un parziale rifiuto delle antiche tradizioni tra cui anche le tecniche di combattimento, soppiantate anche dal crescente utilizzo di armi da fuoco; molti dojo dell’epoca furono addirittura costretti a chiudere per mancanza di allievi, e quando gli allievi c’erano erano ex-samurai o lottatori pagati per combattere.
la nascita del judo si inserisce in questo contesto ed è strettamente legata alla storia del suo fondatore Jigoro Kano che a proposito del judo scrisse:
« Per la nuova disciplina che volevo diffondere ho evitato di proposito anche i nomi tradizionali fino ad allora largamente usati, quali “jū-jutsu”, “tai-jutsu”, “yawara”, […] e ho adottato “jūdō”. I motivi per cui ho voluto evitare le denominazioni tradizionali erano più d’uno. A quel tempo molti avevano del jū-jutsu o del tai-jutsu un concetto diverso da come io li intendevo; non pensando minimamente a un beneficio fisico e mentale, li collegavano immediatamente ad azioni violente come strangolamenti, lussazioni, fratture, contusioni e ferite… Era un’epoca in cui le trasformazioni sociali costringevano gli uomini di spada e del jū-jutsu, un tempo celebri, ad affrontare un nuovo modo di vivere, perché venivano perdendo la protezione dei potenti feudatari, tanto che qualcuno di essi, dedicandosi al commercio a cui non era educato, a volte cadeva in una vita misera di vagabondo, mentre altri, per sbarcare il lunario, dovevano esibire le loro capacità senza pudore. Perciò, quando si parlava di arte della spada o di jū-jutsu, nessuno immaginava che si trattasse della preziosissima disciplina che tramandava la quintessenza della cavalleria samurai. Queste cose mi indussero a rinnovare almeno il nome della disciplina, altrimenti mi sarebbe risultato difficile anche trovare degli allievi che vi si dedicassero »
Il judo quindi in un certo qual modo sublima le tecniche di combattimento e serve più come mezzo per raggiungere equilibrio interiore e autoconsapevolezza, come lo stesso Jigoro Kano afferma:
« Dopo due anni di studio e allenamento, iniziati attorno al 1878, il mio fisico cominciò a trasformarsi e al termine di tre anni avevo acquisito una notevole robustezza muscolare. Sentivo leggerezza nell’animo e m’accorgevo che il carattere alquanto irascibile che avevo da ragazzo diveniva sempre più mite e paziente e che la mia indole acquistava maggiore stabilità. Non si trattava solo di questo: ero consapevole di aver guadagnato benefici sul piano spirituale. Pertanto, alla conclusione dei miei studi di jū-jutsu, approdai a una mia verità: cioè che questo insegnamento poteva essere applicato a risolvere qualsiasi circostanza in ogni momento della vita, tanto che in me si fece strada la convinzione che tale beneficio psicofisico dovesse essere portato a conoscenza di tutti e non solo riservato a una ristretta cerchia di praticanti.»